Dal 1 al 23 settembre abbiamo partecipato a un'esperienza unica, che ci ha permesso non solo di imparare cose nuove, ma anche di collaborare con ragazzi provenienti da diversi paesi europei.
Ci siamo ritrovati in un giardino molto particolare: uno spazio aperto in cui bambini e ragazzi si incontrano per lezioni, letture condivise o individuali e anche piccoli concerti. Il nostro compito era quello di arricchire questo luogo con elementi utili e accoglienti.
Il lavoro è stato organizzato in modo che ognuno potesse scegliere l'attività più vicina al proprio livello di comodità. Alcuni di noi si sono messi a tagliare il legno, misurando con attenzione e cercando di fare tagli precisi, imparando a maneggiare seghe e altri attrezzi con precisione e sicurezza.
Altri, invece, si sono occupati di assemblare le sedie e mensole a scomparsa, unendo con cura i vari pezzi e scoprendo come anche un semplice chiodo o una vite possano trasformare delle tavole in un oggetto stabile e funzionale.
Un altro gruppo si è dedicato a un compito altrettanto importante: tagliare la stoffa e cucire i cuscini destinati alle panche esterne. È stato bello vedere come le mani si muovessero attente tra stoffa, forbici e modellini per rendere più confortevole la seduta di chi avrebbe poi usato quel giardino. Ognuno, a modo suo, ha dato un contributo concreto: c'era chi era più a suo agio con gli attrezzi da lavoro, chi con il disegno e chi con la parte organizzativa.
All'inizio ci siamo sentiti un pò impacciati con gli attrezzi, poi tra risate, pratica e
collaborazione ci siamo divertiti molto e abbiamo svolto il lavoro con più rassicurazione.
Alla fine, guardando il risultato, la soddisfazione era palpabile. Davanti a noi non c'erano solo sedie, tavoli e cuscini: c'era il frutto di una collaborazione internazionale, di un intreccio di mani e culture diverse che avevano lavorato insieme verso un obiettivo comune. Quel giardino, grazie al nostro impegno, avrebbe offerto ancora più comodità e bellezza a chi lo vive, diventando un luogo di incontro e di condivisione ancora più speciale.
Articolo scritto da Maria Serena Chierico (partecipante italiana del gruppo)