Dal 15 al 21 febbraio 2020 a Erstein, in Alsazia (Francia) sei giovani provenienti da Altamura, in provincia di Bari, hanno composto il gruppo italiano per partecipare allo Scambio Giovanile We ART Europe, con attività legate al tema dell’arte a della creatività come strumento di espressione della propria autostima e della fiducia nel prossimo.
Per chi però non conoscesse cosa sia uno Scambio Giovanile è bene specificare in cosa consista: uno Youth Exchange e un progetto finanziato dai fondi europei del programma di mobilità internazionale ERASMUS+, che si rivolge ai giovani di età compresa tra i 13 e i 30 anni con l’obiettivo di favorire l’istruzione e la formazione interculturale della gioventù europea. In particolare lo Scambio Giovanile permette ad un gruppo di giovani di diversi paesi europei di incontrarsi e di convivere, dando loro la possibilità di confrontarsi, nonché di discutere di sé, degli altri e del mondo circostante, ognuno secondo il proprio punto di vista. Molto spesso però la parola ERASMUS viene associata a parole come vacanza, viaggio turistico, viaggio di studio personale; è importante e doveroso invece specificare che uno Scambio Giovanile non è nulla di tutto ciò perché non è consentito seguire orari personali, ma si rispettano quelli dati, cosi anche per l’alloggio e l’alimentazione, infatti degli ottimi compagni di viaggio saranno spirito d’adattamento e flessibilità. Ovviamente non si fraintenda, la giusta e sana dose di divertimento e svago non manca, ma non si può ridurre l’intera esperienza a questo. Difatti il progetto We ART Europe, come è consuetudine, prevedeva una pianificazione giornaliera di attività diverse, legate al tema dell’arte e della creatività come strumento di emancipazione e rafforzamento dell’autostima. Attività tutte basate sul metodo dell’educazione non formale, come laboratori, giochi di ruolo, brain storming e workshop, tutto gestito rigorosamente in inglese, lingua ponte per comunicare tra tutti.
Per cui le giornate trascorse in compagnia dei ragazzi degli altri gruppi rappresentanti degli altri paesi (Romania, Bulgaria, Lituania, Francia) sono state scandite in modo tale da riservare tempo ai giochi e passatempi che lasciano spazio ai ragazzi per conoscersi meglio e definire un’identità di gruppo, ma allo stesso modo sono scanditi i tempi delle attività, dei laboratori e dei momenti di società in cui tutti insieme, nessuno escluso, discutono del tema che caratterizza lo scambio giovanile e quelli sono i momenti più formativi di tutto il percorso. Appena arrivati i giovani sono stati impegnati, come detto, in giochi semplici ma interattivi che hanno fatto sì che tutti i ragazzi delle varie nazioni interagissero fra loro, scoprendo quali fossero i loro punti in comune e anche i punti discordanti, fonte di confronto: un esempio è stata la cosiddetta “Serata Internazionale” , durante la quale ogni paese è stato coinvolto nella preparazione di un piccolo banchetto che presentasse i cibi e le bevande tipiche del proprio paese. Nei giorni successivi invece ci si è concentrati maggiormente sul tema dello scambio, svolgendo attività in cui le parole d’ordine sono state creatività e inventiva. Sono stati creati dei collage riguardante dei temi specifici come il ciclo della vita, le prigioni dell’anima, l’accettazione dei propri corpi o sul tempo; in seguito sono state create delle magliette che riportassero dei disegni evocativi dell’Unione Europea. Un’attività particolarmente interessante è stata quella che ha visto i ragazzi indossare delle maschere in gesso, per riflettere sul concetto dell’immobilità, quando tutto intorno continua ad esistere indipendentemente dalla presenza del singolo. In poche parole tutte attività giocose e divertenti ma con risvolti etici e istruttivi.
Infine a conclusione di ogni giornata era prevista la sessione di valutazione quotidiana che realmente è servita ogni giorno a capire il senso di tutto quello che si è svolto. In quelle riunioni finali si è potuto percepire il senso di appartenenza ad un gruppo composto da elementi diversi ma simili, che ha aiutato anche ad analizzare le situazioni attraverso punti di vista e basi culturali di partenza molto differenti, che poi alla fine hanno sempre trovato un punto di contatto, di incontro. Un punto di Unione.