”Mi spiace con questa prenotazione lei non può partire": Così comincia il racconto di Lucio della sua esperienza insieme a Nicola, due volontari ad Aruba.
”Mi spiace con questa prenotazione lei non può partire", è così che inizia il mio viaggio, con una buona dose di adrenalina a preannuciarmi l'unicità di ciò che mi aspetta. Sto per partire per il mio primo progetto ESC, sono felice ed entusiasta di attraversare il mondo in direzione Aruba, pronto a sporcarmi le mani per restituire un area giochi, ormai abbandonata da anni per mancanza di fondi, ad un asilo nido, nel quartiere di San Nicolas, il più autentico o popolare, che dir si voglia, ma anche il più povero dell'intera isola. Per fortuna la situazione si risolve, dopo svariate corse tra i diversi settori dell'aeroporto di Bologna e svariate telefonate nel cuore della notte.
Ad aspettarmi ad Aruba trovo le ragazze e i ragazzi di Tur Cos Ta Posibel, l'organizzazione che ci ospita, Insieme a gli altri volontari con cui farò squadra per le seguenti 2 settimane, condividendo tutto, dal cibo ai piatti sporchi, dalla fatica durante le ore di lavoro alla spensieratezza nel tempo libero. Questo è infatti un team project che a differenza degli individual si struttura su un gruppo di ragazzi (noi eravamo in 12) provenienti da tutta Europa che, solitamente in due/tre settimane, fanno squadra per raggiungere il goal del progetto.
Tra accenti diversi, che complicavano la mia comprensione dell'inglese, ne ho trovato qualcuno simile a ridurre drasticamente la distanza da casa. Il risultato è stata un'ottima sintesi che ha portato a grandi risultati.
Nei primi giorni ci siamo occupati dei lavori più faticosi, e visti i pochi mezzi che avevamo a disposizione, questi hanno richiesto tanta fatica e una buona dose di immaginazione. Dopo aver ripulito la zona dagli anni di abbandono, riparato e messo in sicurezza il possibile, è arrivato il momento della parte creativa, dove abbiamo cercato di reinventare la zona provando a restituire bellezza e attrattiva.
Abbiamo progettato un albero musicale; riparato e ridipinto dei tricicli, costruito un circuito in cui gareggiare; ridipinto le giostre e il parco in generale.
Durante gli ultimi giorni è arrivato il momento che tutti aspettavamo: si è, infatti, finalmente restituito il parco ai bambini, che fin dai primi giorni ci spiavano curiosi, attendendo con ansia di scatenare l'inferno. Per me è stato il momento di massima paura, trattavo quei bimbi come se fatti di cristallo, ma le loro risate e la loro noncuranza a urti e cadute ha distrutto quella ruggine che l'età adulta sta buttando su di me. Vedere la loro felicità nel poter finalmente sbizzarrirsi e sentire le loro urla rompere il silenzio dell'abbandono è stato sicuramente il momento più bello. È stato per noi motivo di orgoglio, di felicità e gioia.
Questo progetto mi ha dato la possibilità di conoscere una cultura diversa, e confrontarmi con essa mettendo in discussione tutto ciò che diamo per scontato. Questo progetto mi ha anche dato la possibilità di incontrare persone fantastiche. Questo progetto mi ha dato la possibilità di sporcarmi le mani, di costruire solidarietà. Mi ha restituito fiducia nel futuro e nelle persone in generale. In sintesi questo è stato un bellissimo viaggio alla scoperta di una parte di me e delle potenzialità che tutti abbiamo se ci uniamo sotto valori e obbiettivi comuni.
Testo: Lucio Matteo Pascale
Foto: Nicola Lomurno