Lo scambio giovanile Communicate For a Change si è svolto nel nord della Spagna, dal 21 al 27 settembre e ha coinvolto ragazzi tra i 18-30 anni provenienti da Italia, Francia, Spagna e Serbia🌍
Il tema che guidava lo scambio era la comunicazione non violenta, attraverso i media in ogni sua forma.
Per esplorare ogni forma di comunicazione sono state proposte attività di diverso tipo e spunti di riflessione. Non era raro che al termine di giochi, attività creative o analisi di comunicazione mediata, nascessero discussioni aperte e confronti.
Tara e Altea, i due trainer che ci hanno guidato nell'esperienza sono stati sempre gentili, comprensivi e sono stati in grado di coinvolgere tutto il gruppo senza far sentire nessuno costretto o in disparte.
Inoltre abbiamo potuto usare anche teatro, podcast e musica come mezzi per esprimerci.
"Ciò che mi ha lasciato questa esperienza però è stato che certe volte nella vita ci è concesso imparare qualcosa di importante per caso, seduti su un marciapiede, tra persone che non parlano la tua stessa lingua, a me è successo in un paesino sperduto della Spagna.
Ho imparato che non importa quanto lontani siamo nati, tutti quanti abbiamo avuto un cartone animato che ci terrorizzava da bambini.
Ho imparato che quando si cresce lontani geograficamente, si cresce con ideali e priorità molto diverse e che ciò che davvero ci rende più vicini, più simili, sono i sogni, i dubbi, le paure, ma anche gli origami, la musica, il pallone e, inaspettatamente, Bella Ciao.
Ho imparato tanto da persone di cui non so quasi nulla in effetti, ma che ho ascoltato davvero, forse per la prima volta, e lo devo alla barriera linguistica. Sono abituata ad essere una che se la cava con le parole, che è capace di esprimere sapientemente il suo punto di vista, non esserne capace in una lingua diversa dalla mia mi ha ricordato quanto, nel mondo in cui viviamo, la forma sia più importante del contenuto e che nessuna idea viene davvero presa in considerazione se non è espressa nel modo più attraente possibile.
E poi mi ha insegnato anche che ci vuole tanto coraggio ad ascoltare, ad accettare che daremo definizioni diverse alle stesse parole e nessuna di loro sarà meno valida, che quando ti mancano le parole per ribattere ti lasci affascinare dalle idee degli altri, cosa che ti sfugge quando puoi anche solo ascoltare passivamente per cogliere il senso di ciò che si sta dicendo.
E sono grata alle persone che ho incontrato, perché erano capaci di fermare tutto per cercare di capire cosa intendessi, per cercare le parole insieme a me, per essere sinceramente interessate, senza l'ombra di un giudizio, senza l'ombra della sufficienza.
Spero di non scordarmi delle regole dei loro giochi, ma di insegnarle a chiunque abbia un mazzo di carte francesi.
E poi spero di conservare i loro occhi, occhi che non necessitano di traduzioni, occhi che mi hanno insegnato 'l'emozione dello stare.' "
- Angela Loconsolo