Dopo gli scambi in Germania e in Italia, MigrAction arriva al terzo atto, in Tunisia. Questo è il racconto del gruppo italiano.
Germania, Italia e ora Tunisia, Migr-ACTION non si ferma! Dopo mesi di attesa, l’aeroporto di Tunisi è stato luogo del nostro ricongiungimento con i partecipanti francesi e tedeschi. A nostra grande sorpresa, i panorami tunisini non sono poi tanto differenti da quelli pugliesi: nessun deserto, ma distese di ulivi e il mare azzurro in lontananza… ci siamo sentiti a casa.
L’accoglienza dei locali è stata una costante che ci ha accompagnato per l’intera durata del progetto, senza mai che ci sentissimo spaesati o smarriti seppur a più di mille chilometri dalle nostre città (duemila per quel polentone di Giorgio). Abbiamo avuto la possibilità di entrarenelle case dei nostri amici tunisini, incontrare le loro famiglie e conoscere la loro quotidianità e le loro tradizioni. Un’esperienza indimenticabile.
Tra accesi dibattiti e interessanti seminari con ospiti speciali tra cui l’imam di Sousse, il responsabile locale della Croce Rossa e membri dell'associazione Awledna, abbiamo persino partecipato a un matrimonio tunisino. La maggior parte delle attività si è svolta presso il Complesso dei Giovani di Sousse, ma in molte occasioni ci siamo spinti oltre, visitando le città di Monastir, Tunisi, Sidi Bou Said e ovviamente i quartieri di Sousse come la Medina, Hammam Sousse e Port El Kantaoui.
La Medina, in particolare, ha catturato la nostra attenzione con la bellezza dei suoi colori, i profumi delle spezie e la varietà delle merci esposte. Fare acquisti lì è stata una vera e propria avventura, soprattutto considerando che è impossibile acquistare senza ricorrere all’arte della contrattazione. Ma in qualche modo (anche grazie ai tunisini) siamo riusciti a cavarcela e a fare buoni affari.
Per quanto riguarda il cibo, le specialità locali sono state un’altra scoperta: tra mlewi, fricassé, chappati, bambalouni, cous cous e chi più ne ha più ne metta, abbiamo portato a casa qualche chilo in più, non solo in valigia. Abbiamo scoperto poi la passione sconfinata dei tunisini per la harissa, una salsa piccante con peperoncino, aglio, cumino e coriandolo.
Questo viaggio ci ha aiutato a capovolgere la nostra prospettiva sulle migrazioni, lasciandoci più empatici e consapevoli della diversità e del bisogno di aiutare ad accogliere chi proviene da terre lontane.
“L’altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà.”-Italo Calvino