REOFRE FR 1Simone e Aurora propongono le loro riflessioni sulla prima tappa del progetto "Refore" a cui hanno partecipato dal 10 al 16 dicembre a Dinan e Rennes, nella regione della Bretagna in Francia.

Mentre si avvicina la seconda tappa del progetto “Refore- Youth network for Recovering the Forgotten Remembrance (Recupero della memoria dimenticata)”, organizzato nell’ambito del programma CERV CALL - 2023-CITIZENS-REM e co-finanziato dall’Unione europea, che si svolgerà ad Altamura dal 6 al 12 febbraio con il titolo “La Storia siamo noi”, Simone e Aurora propongono le loro riflessioni sulla prima tappa a cui hanno partecipato dal 10 al 16 dicembre a Dinan e Rennes, nella regione della Bretagna in Francia. Formalmente si tratta di una azione transazionale di apprendimento (Transnational learning action).  Al network aderiscono cinque organizzazioni giovanili europee: associazione Auryn (Leon- Spagna), soggetto capofila; associazione Link (Altamura-Italia); associazione Aequalitas (Lisbona-Portogallo); associazione Intercultura (Dinan-Francia); associazione La Vibria (Terrassa -Spagna). Il gruppo di Link in Francia era composto complessivamente da sei partecipanti. L’obiettivo del progetto è quello di una riflessione comune e di un confronto tra gruppi di giovani (e non solo) sui temi della memoria e dei totalitarismi del secolo scorso ma anche su quelli della democrazia, della cittadinanza, della partecipazione, dei nazionalismi e dei populismi dei tempi attuali, con la prospettiva di formare gruppi stabili di giovani locali sensibili su questi temi e favorire un effetto moltiplicatore e una disseminazione presso altri coetanei. La prospettiva è quella della creazione di un network transnazionale per il recupero della memoria dimenticata. La tappa italiana riguarderà in particolare la scoperta della storia relativa a Campo 65, di Altamura, in collaborazione con l'omonima associazione e con l'Università degli Studi di Bari. Guarda il video Video Francia

REFORE FR 2

Libertà è partecipazione. Democratica.

di Simone Borsci

“La libertà non è uno spazio libero: libertà è partecipazione”: con queste parole tratte dalla canzone “La libertà”, di Giorgio Gaber vorrei iniziare questo mio scritto riguardo al progetto “Refore” svoltosi a dicembre nella bellissima Bretagna francese (Dinan e Rennes). 

Questo progetto ha dimostrato ai giovani che la libertà è un concetto importante e che dobbiamo essere fieri di essere liberi al giorno d’oggi. Al contempo, però, per continuare ad essere liberi, dobbiamo essere in grado di ricordare il passato, ricordare i fenomeni e lasciarci guidare dalle testimonianze di chi ha vissuto la Guerra proprio per non ripetere gli stessi errori del passato e per non lasciarsi sopraffare dalla logica della possessione e del predominio. Libertà è partecipazione: partecipazione democratica, partecipazione con altri giovani europei e partecipazione emotiva nel lasciarsi “ciondolare” nel flow delle testimonianze. 

Questo mi ha insegnato la mobilità in Francia, arricchendo ancora di più il mio bagaglio storico ma anche umano e personale. Spero che progetti di questo genere possano continuare e che il tema della memoria non passi mai di moda, non solo durante la giornata della memoria ma anche durante tutto l’anno

l valore della memoria e l’esperienza in Bretagna: un viaggio tra storia, riflessione e crescita personale

di Aurora Rubini 

La Giornata della Memoria, celebrata ogni 27 gennaio, rappresenta un momento di profonda riflessione sul dramma della Shoah e su tutte le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale. È un’occasione non solo per ricordare le vittime di un passato segnato da odio e intolleranza, ma anche per rinnovare il nostro impegno verso un futuro di pace, la democrazia e il rispetto reciproco.

Questo impegno è fondamentale. oggi più che mai, in un mondo che, seppur distante temporalmente dai conflitti mondiali, non è ancora immune da tensioni sociali, discriminazioni e derive totalitarie.

Ecco perché partecipare a progetti che mettono al centro la memoria storica e il dialogo interculturale è tanto prezioso quanto necessario. Ho avuto la fortuna di partecipare a un progetto dell’Unione europea, organizzato dall’associazione Link, che si è tenuto in Bretagna, tra le città di Dinan e Rennes, e che ha affrontato tematiche legate alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, al totalitarismo e alla resistenza. Questa esperienza, durata una settimana, è stata un viaggio non solo geografico ma soprattutto interiore, una vera e propria finestra su un passato che troppo spesso rischia di essere dimenticato.REFORE FR 4

Il progetto è stato strutturato in modo tale da unire l’aspetto storico a quello umano, permettendoci di analizzare i conflitti e i loro effetti da una prospettiva nuova e più profonda. Attraverso visite guidate, workshop interattivi e discussioni di gruppo, siamo stati sensibilizzati sull'importanza della resistenza ai regimi totalitari, non solo come atto eroico del passato, ma anche come modello di resilienza applicabile ai giorni nostri. A Dinan, abbiamo visitato luoghi che portano ancora i segni delle guerre mondiali: testimonianze materiali che parlano di dolore, perdita e coraggio. Rennes, invece, ci ha accolti con un clima di vivacità culturale e un’attenzione particolare alla memoria collettiva. Lì, abbiamo potuto confrontarci su temi come la discriminazione, la propaganda e l’impatto dei totalitarismi, riflettendo su quanto quei meccanismi possano ancora insinuarsi nelle società contemporanee.

La Giornata della Memoria non è solo un tributo al passato, ma un invito a riconoscere le dinamiche che hanno portato agli orrori della Shoah, ad opporvisi in ogni forma oggi. Grazie a questo progetto europeo, ho capito ancora più profondamente che ricordare significa imparare e agire. Le atrocità della guerra non sono eventi lontani e isolati, ma il risultato di ideologie che trovano terreno fertile nella paura, nell’ignoranza e nell’indifferenza. L’incontro con persone di diverse nazionalità, francesi, spagnoli e portoghesi, è stato parte integrante di questa esperienza. Confrontarmi con individui inizialmente sconosciuti ma legati da un obiettivo comune è stata una sfida stimolante e arricchente. Ogni conversazione, ogni attività condivisa mi ha permesso di aprire la mente e di vedere il mondo attraverso prospettive nuove.

Partecipare a questo progetto non è stato solo un viaggio culturale e formativo, ma anche un’occasione per crescere come persona. Mi ha insegnato il valore della collaborazione e dell’empatia, sfidandomi, ho potuto mettermi in gioco ed uscire dalla mia zona di comfort affrontando i miei timori. È stato incredibile vedere come, nonostante le barriere linguistiche e culturali, sia stato possibile creare legami autentici con persone provenienti da contesti così diversi. Gli incontri, i workshop e i progetti creativi, realizzati durante la settimana, sono stati una gioia per la mente e per il cuore. Lavorare insieme su temi così importanti ci ha permesso di creare non solo ricordi indimenticabili, ma anche nuove consapevolezze da portare nelle nostre vite quotidiane. É stata un’avventura che mi ha aperto gli occhi sull’importanza di mantenere vivo il ricordo degli errori del passato, per costruire un futuro basato sulla comprensione reciproca e sulla giustizia. La memoria, infatti, non è un peso, ma una guida: ci insegna a non abbassare mai la guardia e a lavorare insieme per un mondo migliore. Per tutto questo, sono grata all’organizzazione Link e all’Unione europea per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza così illuminante. Questa settimana in Bretagna non è stata solo una parentesi nella mia vita, ma un capitolo fondamentale che mi ha arricchito profondamente, lasciandomi con un cuore pieno di emozioni e una mente pronta a nuove sfide.

La memoria è una responsabilità collettiva, ma anche una risorsa inestimabile. Ed è grazie a progetti come questo che possiamo imparare a proteggerla e tramandarla, trasformandola in una forza per cambiare il mondo.

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